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| il progetto | |
| Balistreri | Bentivegna | Martoglio | Piccolo | Puglisi | |
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Nino Martoglio/i luoghi BELPASSO La storia di Belpasso, comune del Parco dell’Etna, è profondamente legata al cono fumante del vulcano che incombe, ora pacifico ora minaccioso, sulla città con la sua pianta regolare, un reticolo di strade che s'incrociano ad angoli retti e per questo chiamate tutte rette e traverse. L’attuale Belpasso infatti ha origini relativamente recenti. Le origini del paese, inizialmente denominato Malpasso, sono certamente antiche come testimoniato dalla presenza di aree archeologiche di età preistorica, di resti di acquedotti e ponti di epoca romana (Valcorrente - Sciarone Castello, Masseria Pezzagrande) e medievale nei resti di stile normanno del monastero di S. Maria La Scala nell'omonimo ( contrada Diaconia). La storia tra il XII ed il XIII secolo è legata a quella di Federico II D'Aragona e Eleonora D'Angiò che, alla morte di Federico, si trasferì definitivamente in una casa di Malpasso, i cui resti sono tuttora esistenti. Nel 1456 Guglielmo Raimondo Moncada, conte di Adornò, comprò dal re Alfonso re di'Aragona lo stato di Paternò e Malpasso. Il 7 marzo 1669 il fuoco del vulcano sommerse il paese in un mare di lava. La ricostruzione fu avviata lo stesso anno in contrada Carmena, vicino Valcorrente, a sei chilometri dal luogo sepolto dalla lava. Gli abitanti rifabbricarono le loro case e al nuovo centro di abitazione diedero il nome di Terranova e di Fenicia Moncada, perché risorta come una Fenice dall’incendio. Poi, travagliati dalla cattiva aria proveniente dalle acque stagnanti del Pantano o Urne di Valponente e ancora minacciati dai terremoti del 1693 che distrussero ancora una volta Fenicia Moncada abbandonarono quei fabbricati e quella contrada, che da quel tempo fu detta Malpasso, e ne fabbricarono altri in sito più adatto, verso Sud, nei domini del duca di Montalto. Sin dal 1695 il nuovo centro fu chiamato col toponimo augurale di Belpasso. Il tracciato a scacchiera predisposto da Giovanni Bellia è il cuore dell'attuale centro di Belpasso. Dal punto di vista artistico e culturale l’abitato conserva diversi esempi del ‘700 vaccariniano, come dimostra innanzitutto la Chiesa Madre, disegnata dallo stesso Bellia, nella quale fu raccolta buona parte delle opere d'arte della precedente città salvate dalla furia del vulcano, intitolata all'Immacolata, è sovrastata dal tipico campanile barocco, il portale e la scalea invece sono realizzati in pietra lavica. All'interno si possono ammirare un crocifisso ligneo del Quattrocento, alcune tele del Cinquecento, gli affreschi nella volta e soprattutto il reliquario di Santa Lucia, patrona del paese. Diversi sono gli inserti architettonici nella tipica pietra lavica del territorio, la si trova infatti nel portale d'accesso, finissimo esempio di barocco settecentesco, della chiesa intitolata a Sant'Antonio da Padova, che si orna nella volta di piacevoli affreschi e conserva un bell'altare ligneo, così come nella caratteristica Piazza Dante, a pianta rettangolare e coperta di basole laviche, dove i si ergono la Chiesa di Cristo Re e l'imponente Palazzo Lombardo - Spina. E ancora stile settecentesco e pietra lavica si trovano nei palazzi di maggior pregio di Belpasso, Palazzo Scrofani, caratterizzato da un’articolata balconata in ferro battuto e nell’altra dimora aristocratica, il Palazzo dei Baroni Bufali, il cui stile, con i suoi mascheroni in pietra, gli intagli, il balcone angolare, ricorda più di tutte quello dell'architetto Vaccarini che tanta parte ebbe nella ricostruzione settecentesca di Catania. A Martoglio è intitolato il giardino pubblico, dove si trovano anche i busti dello scrittore e del commediografo Antonino Russo Giusti. Rinnovato negli anni '50, il giardino era denominato in tempo "piano del convento" perché qui si trova l'antico Monastero dei Padri Riformati. Nelle vicinanze della piazza vi è anche la casa natale di Nino Martoglio, riconosciuta bene monumentale. A Nino Martoglio è intitolato anche Il teatro comunale, un'accogliente struttura della fine dell'Ottocento, in stile neoclassico, con la facciata in pietra bianca, i mascheroni scolpiti raffiguranti le muse, e pietra lavica, che ricorda il prospetto del teatro Bellini di Catania. Oltre Piazza Umberto si trovano invece esempi di architettura liberty (Palazzo Spampinato e Casa Marletta) e la chiesa settecentesca di Sant'Antonio Abate, la più antica del paese, essendo stata ultimata per prima dopo il terremoto del 1693. Anche qui sono custodite opere provenienti dalla distrutta Malpasso (le statue della Madonna delle Grazie e di Sant'Antonio). Dal punto di vista naturalistico la città offre svariati spunti turistici. Belpasso è uno dei comuni del Parco dell'Etna, il primo dei parchi siciliani ad essere istituito (1987) con la finalità prioritaria di provvedere alla conservazione e salvaguardia del paesaggio e delle risorse ambientali dei comuni che ne fanno parte. Il paesaggio della zona altomontana di Belpasso è veramente suggestivo, percorso e caratterizzato dagli scorrimenti lavici che si sono avvicendati nel corso dei secoli e da una vegetazione variegata ove prevalgono la ginestra e la ginestrella etnea, la quercia, il pino laricio, il castagno, il ciliegio, il mandorlo, l'olivo. Prima tappa di questo alternativo itinerario turistico sono le tracce della rovinosa colata lavica dell'Etna avvenuta nel 1669, abbastanza estesa con i sui circa quattro chilometri e presente a poca distanza dal centro abitato. Verso nord, si possono attraversare le zone montuose circostanti: Monte S. Leo, Monte Sona, Monte Manfrè, Monte Vetore fino al Cratere Centrale, alla scoperta delle grotte e cavità del vulcano (la Grotta Ampudda di Pisciteddu, la Grotta Campana, la Grotta Corsaro e Corsaro Superiore, la Grotta Manfrè, le Grotte d'Angela,la Grotta Sferruzzo, le Grotte Taddariti, le Grotte Colomba). La seconda tappa riguarda le Salinelle di San Biagio, una particolare zona dove si possono ammirare delle curiose emissioni gassose che, nel corso degli anni, hanno generato dei vulcanelli di fango dalle diverse forme e dimensioni. Terza e forse più interessante tappa di questo itinerario naturalistico riguarda il Parco Zoo di Sicilia, posto ai piedi dell'Etna e comprendente svariate specie di animali provenienti da tutto il mondo. Infine è da citare, vicino all’antico insediamento di Melpasso, la Rocca di Belpasso celebre per le apparizioni della Madonna avvenute dall'11 maggio 1986 all'11 maggio 1988 e meta di pellegrinaggi religiosi. Tutto il circondario di Belpasso intorno all’Etna e a Catania è una visita interessante oltre che per l’intensa suggestione ambientale anche per gli insediamenti umani ricchi di valori storico-artistici e particolarmente fitti sia nell’entroterra che lungo il tratto costiero. Il Parco dell'Etna è stato il primo ad essere istituito in Sicilia nel marzo del 1987. Non è un caso. L'Etna infatti non è soltanto il vulcano attivo più alto d'Europa, ma una montagna dove sono presenti colate laviche recenti, in cui ancora non si è insediata alcuna forma di vita, e colate antichissime su cui sono presenti formazioni naturali di Pino laricio, Faggio e Betulla. La bellezza del Parco dell'Etna non sta soltanto nella grandiosità delle eruzioni e nelle colate di lava incandescente. Attorno al grande vulcano si estende un ambiente unico e impareggiabile, ricco di suoni, profumi e colori. Per proteggere questo ambiente naturale unico e lo straordinario paesaggio circostante, marcato dalla presenza dell'uomo, il Parco dell'Etna, è stato diviso in quattro zone. La zona A è priva di insediamenti umani: è l'area dei grandi spazi incontaminati, regno dei grandi rapaci tra cui l'aquila reale. La zona B è formata in parte da piccoli appezzamenti agricoli privati ed è contrassegnata da splendidi esempi di antiche case contadine, frugali ricoveri per animali, palmenti, austere case padronali, segno di una antica presenza umana che continua tuttora. Oltre a queste c'è un'area di pre-parco nelle zone C e D: per consentire eventuali insediamenti turistici sempre nel rispetto della salvaguardia del paesaggio e della natura. L’Ente parco organizza itinerari turistico-culturali a tema e gite, fornisce servizi di accoglienza e informazioni sulla ristorazione e la ricettività locali. ^...................................... PRODOTTI TIPICI Pasta con i legumi (maccu purea di fave, lenticchie, ceci, fagioli, finocchietto selvatico, asparagi; il falsomagro (una grossa braciola ripiena di carne trita, uova, formaggio, cipolla e aromi); la carne di vitello sgrassata con cipolla, pomodoro e prezzemolo; l'agnello al forno e il coniglio in agrodolce; le sarde a beccafico e i mascolini (alici) marinati. E naturalmente i dolci: i rinomati torroncini, le granite di mandorla, caffè, limone, le cassatelle al forno condite con zucchero, cannella e prezzemolo, le mostarde di fichi d'India, i mustazzoli ripieni di mandorle e vino cotto, u cicilìu (foglia biscottata con uova fresche decorate) i biscotti bersaglieri ricoperti di cioccolata o glassa bianca, i tatò. ^...................................... MANIFESTAZIONI Santa Lucia Le feste in onore della patrona durano tredici giorni e raggiungono il culmine il 12 e 13 dicembre con l'apertura dei carri e le cantate e la suggestiva processione delle reliquie e del simulacro sul fercolo d'argento, opera di artigiani orafi siciliani del Settecento. I carri sono delle grandi costruzioni meccaniche che racchiudono elaborate scenografie, realizzati con settimane di intenso lavoro da stuoli di artigiani (in rappresentanza di ciascun quartiere) raccolti in gruppi, ciascuno dei quali è diretto da un mastro cioè l'ideatore del carro. I carri vengono presentati uno alla volta, chiusi, in piazza Duomo e si aprono lentamente,la spaccata, svelando lo scenografico contenuto in un tripudio di luci, dipinti e personaggi viventi in un crescendo spettacolare in attesa dell'ultima scena del carro, l'Apoteosi di Santa Lucia, che può raggiungere la ragguardevole altezza di ben dieci metri. La spaccata di ciascun carro è accompagnata dall'esibizione dei cantanti che lodano la santa con toni struggenti. Carnevale Celebre e antico, le origini del carnevale di Belpasso vanno ricollegate agli spettacoli di quartiere, ossia alla tradizionale performance della "mascarata", tipico della recitazione spontanea e popolare. Oggi il Carnevale, partendo da quel troncone, si veste di colori più intensi con sfilate in maschera e luci multicolori, con serate danzanti in locali pubblici e privati. Il premio Martoglio Manifestazione culturale di particolare prestigio, il Premio Letterario "Nino Martoglio" viene organizzato dal circolo femminile "Athena" con il patrocinio del Comune di Belpasso. Ha cadenza annuale e si articola in tre sezioni: la prima riservata alla letteratura siciliana nei suoi vari generi, la seconda alla letteratura per ragazzi e la terza al giornalismo. Motoraduno internazionale dell’etna-sicily Articolato in quattro giornate ad agosto, ormai alla sua trentunesima edizione, l’iniziativa coniuga la formula del turismo su due ruote con la scoperta dei suggestivi luoghi del territorio. ^...................................... COORDINATE 17 km a nord-ovest di Catania Belpasso è nelle vicinanze della strada statale 121 che collega Palermo con Catania e della strada statale 284 che unisce Randazzo con Paternò (Ct). Belpasso risulta essere sprovvista di linee autostradali. Le più vicine sono: la autostrada A19 che mette in collegamento Palermo con Catania e la autostrada A18 che collega Messina con Catania. ^...................................... LINK
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