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| il progetto | |
| Balistreri | Bentivegna | Martoglio | Piccolo | Puglisi | |
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Rosa Balistreri/i luoghi LICATA Adagiata ai piedi della “Montagna di Licata”, storicamente monte Eknomos, all’estremità occidentale dei Golfo di Gela, Licata è intimamente legata ai due elementi che maggiormente hanno caratterizzato la sua storia: il fiume Salso - Himera e il mare d’Africa. Il corso del fiume Imera infatti si divideva in due rami ad alcuni chilometri dalla foce, divenuta oggi un estuario forzato, circondando l'altura, il cui versante meridionale degrada ripidamente verso il mare. Praticamente un’isola, che, favorita anche dalla fertilità delle terre, divenne territorio ambito fin dall’antichità. L'odierna Licata è stata popolata fin dalla preistoria, come testimoniano i vari ritrovamenti archeologici in località Caduta, risalenti all'Età Paleolitica, Mesolitica e Neolitica, i numerosi resti di insediamenti nel territorio circostante la Piana, e i recenti scavi archeologici in cima alla Montagna (contrada Cantachiglione e Monte Petrulla, Madre Chiesa, Muculufa, Mollarella-Poliscia, Monte Sant’Angelo il più vasto e tuttora parzialmente esplorato) oltre ai reperti tuttora conservati nel Museo Civico. A proposito delle origini della città esistono versioni contrastanti: alcuni sostengono che la città coincideva con la colonia greca Gela, fondata da Antifemo di Rodi e da Entimo di Creta nel 690 a.C. Altri sostengono la tesi per cui la città, chiamata Finziade, sarebbe stata fondata nel 282 a.C. da Finzia, tiranno di Agrigento, il quale, distrutta Gela, trasferì nel nuovo insediamento tutti gli abitanti della città sconfitta. Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani, Arabi e Normanni, Angioini, Aragonesi e Spagnoli sono tra le popolazioni che si sono avvicendate nel territorio di Licata e di cui restano ancora tracce e testimonianze. Sotto i Romani si espanse l'attività commerciale e con essa la dimensione della città. Il primo nucleo dell'attuale centro storico si sviluppò durante il periodo bizantino, attorno al castello a mare di Lympiados. Nel 1234 venne riconosciuta Città Demaniale dall'imperatore Federico II di Svevia e insignita dell'onorificenza di "Dilectissima" che le diede come emblema l'aquila imperiale che tuttora è il simbolo della città. Durante il regno di Alfonso I d'Aragona la città riceve il titolo di "Fidelissima" (1447). Negli anni compresi tra il 1870 e il 1872, furono costruiti il ponte sul fiume Salso, il porto commerciale, e diverse strade che permisero il collegamento diretto con le miniere di zolfo presenti nella parte interna del territorio. Furono realizzate cinque raffinerie, tra le quali la più importante d'Europa. Le miniere e le attività commerciali ad esse connesse determinarono un grosso sviluppo socio-economico e questo favorì una intensa attività edificatoria, durante la quale furono costruiti numerosi palazzi e ville liberty, alcune delle quali furono progettate da Ernesto Basile ed affrescate da Salvatore Gregorietti. La storia di Licata è visibile percorrendo la città e la soprastante montagna da Monte Sant’ Angelo a Monte Sole alla Mollarella (dove tra gli altri reperti si trova lo Stagnone, un antico ipogeo databile tra l'XI ed il X secolo a.C. interamente scavato nella roccia e adibito a luogo di culto in età preistorica). Risaltano immediate le bellezze architettoniche: dal castello sulla sommità dell’altura (Castel Sant’Angelo), a dominare l’abitato, fino alle torri delle mura cinquecentesche (Torre Di San Nicola, Torre di Gaffe) passando dalle ville liberty che sottolineano i luoghi panoramicamente più rilevanti (Villa Bosa, Casa Re Grillo), ai grandi complessi conventuali e agli edifici civili (Palazzo Frangipane, Palazzo Cannata), guidando il visitatore in un percorso d’arte che spazia temporalmente dalla preistoria al ‘900. Le Chiese hanno prevalente aspetto barocco: la Matrice, dedicata a Santa Maria la Nuova edificata nel secolo XVI, ma ampiamente rimaneggiata nel Settecento, la Chiesa di San Domenico con pregevoli tele del seicento e la coeva chiesa e convento di Sant’ Angelo patrono della città, la Chiesa e il Convento di San Francesco, d’impianto cinquecentesco, ma ricostruita nel secolo successivo. Di interessante e particolare rilevanza architettonica sono la Chiesa e il Convento del Carmine. Già esistente nel sec. XIII, il complesso ha subito negli anni diversi rifacimenti e nel 1748 è stato definitivamente restaurato da Giovanni Biagio Amico. Il prospetto della chiesa è di ordine barocco, al suo interno invece la splendida sagrestia del '300-'400, sarcofagi del '500 e del '600 e dipinti d'arte, tra cui dieci preziosi medaglioni opera di Domenico Provenzani da Palma di Montechiaro, raffiguranti storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. I dipinti più antichi del territorio si possono invece ammirare nella chiesa più remota, di origini due-trecentesche, e prima matrice di Licata Santa Maria la Vetere. Pittoresco è poi il Castello Sant’Angelo in posizione dominante, la costruzione del castello ebbe inizio nel 1616 sotto la dominazione spagnola e il forte è l'unica architettura militare superstite a Licata. Ha forma irregolare, mura merlate ed un possente torrione, l'accesso al suo interno era consentito attraverso un ponte levatoio che si gettava su un profondo fossato. Interessante il Museo archeologico, la sede museale è il cinquecentesco convento cistercense di S. Maria del Soccorso, meglio conosciuto ancora oggi come Badia, ampliato nel Seicento con la costruzione del chiostro e nel Settecento con la nuova ala prospiciente alla piazza S. Angelo. Confiscato con la soppressione degli ordini religiosi, l'edificio divenne sede di scuole pubbliche, destinazione che mantiene in parte tuttora. Licata ha conservato gran parte del suo patrimonio artistico, ma altra grande risorsa è il mare. Il territorio di Licata si sviluppa per circa 20 km su una costa aperta verso il mar d’Africa e dalle caratteristiche molto eterogenee: litorali sabbiosi (golfo di Molarella, Playa, Marianello), suggestive scogliere (località Lavanghe e Caduta) si alternano a spiagge di ciottoli in un susseguirsi di promontori, baie piccole e grandi, fino all’isolotto di San Nicola, nei cui bassi fondali numerosi relitti sono stati individuati nel corso di ricerche archeologico - subacquee. Il patrimonio artistico, monumentale e naturale, che oggi costituisce la sua ricchezza più grande, il clima, il mare pulito, e la bellezza del centro urbano fanno di Licata una tappa da non mancare in un itinerario turistico in Sicilia. ^...................................... PRODOTTI TIPICI Pesce fresco (triglia, polpo, sogliole, alici, gamberi, seppie) pomodoro, olive, melenzane, zucchine, carciofi, ricotta salata, formaggi caprini e pecorini, caciotte, pane al sesamo, meloni “cantalupo”, cannoli, mustazzoli, paste alle mandorle e al miele, granite artigianali e gelati di frutta fesca. ^...................................... MANIFESTAZIONI L'Addolorata di Sant'Agostino Il venerdì prima della Domenica delle Palme si svolge l’Addolorata di Sant’Agostino. È una ricorrenza molto sentita e partecipata a Licata, ed apre di fatto le funzioni religiose della settimana santa. La processione del simulacro ligneo settecentesco della Madonna Addolorata, muove dalla piccola chiesa di Sant’Agostino, a ridosso del porto, a mezzogiorno, e percorre lentamente il centro cittadino, fermandosi nella chiesa Madre, da qui farà rientro nella sua chiesa alla mezzanotte esatta della Domenica delle Palme. La Settimana Santa Le funzioni della Settimana santa trovano il culmine nelle processioni del Venerdì santo che si sviluppano in diverse fasi per tutto l’arco della giornata. La prima processione avviene in notturna prima dell’alba e muove dalla chiesa di San Girolamo, nel cuore della Marina. Viene portato, seguito da centinaia di fedeli, il simulacro del Cristo che sarà posto sulla croce sul Calvario allestito nel luogo occupato, fino a metà ’800, dalla Chiesa del Purgatorio. Il Cristo, posto su una lettiga e accompagnato dalla Madonna Addolorata, viene collocato in una cappella allestita al piano terra del palazzo La Lumia, nel corso Umberto. A mezzogiorno, sempre dalla chiesa di San Girolamo, si avvia la processione del Cristo portatore della Croce, che percorre i due corsi principali prima di giungere al Calvario. Ma il momento forse più solenne delle funzioni del Venerdì santo è nella processione serale del Cristo deposto, portato dai Confrati della Misericordia nel caratteristico saio bianco. Percorre le vie cittadine, e dopo due brevi soste nella Chiesa del Carmine e nella Chiesa Madre rientra a San Girolamo. La Festa del Patrono Il 5 maggio, Sant’Angelo martire, frate carmelitano vissuto nel XIII secolo, ucciso a Licata nel 1220. Centro della festa è la secentesca chiesa di Sant’Angelo, nel cuore barocco del centro storico. Le giornate sono movimentate soprattutto dalla lunga fiera che si apre un paio di giorni prima della festa. La fase più coinvolgente è la processione della pregevole urna argentea secentesca che custodisce i resti del santo, accompagnata da quattro ‘ntorcie, macchine lignee ottocentesche portate in processione da diverse categorie di lavoratori e seguita da una folla immensa e festante. È una processione molto movimentata poiché in diversi momenti si assiste, in precisi punti del percorso, alla corsa sia dell’urna che delle ‘ntorcie che rappresentano le diverse fasi della vita del santo e del viaggio che lo condusse a Licata dove trovò la morte. Festa di Sant’Angelo di mezz’agosto In memoria di una scampata pestilenza grazie all’intervento del santo nel XVII secolo, i festeggiamenti si svolgono nel primo fine settimana successivo al 15 agosto. La domenica mattina si svolgono, lungo i corsi principali, le sfilate dei carretti siciliani e delle mule parate, la sera, dopo la processione, il fercolo del Santo giunto presso la spiaggia di Giummarella, viene trasportato in acqua per la tradizionale "benedizione del mare". Il rito viene accompagnato da spettacolari giochi pirotecnici. Premio per la musica e la cultura popolare “Rosa Balistreri” ^...................................... COORDINATE 50 Km a Sud-Est di Agrigento, alla foce dl fiume Salso Licata è attraversata dalla strada statale 115 che collega Trapani con Siracusa, inoltre a pochi chilometri è presente la strada statale 123 che mette in collegamento Licata con Canicattì. Nella parte nord - orientale della provincia, la più vicina autostrada risulta essere A19 che mette in collegamento Palermo con la città di Catania ^...................................... LINK ^...................................... |
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