Clac

NUOVE PRATICHE CON IL SUD
Palermo | ottobre 2015

La seconda edizione di Nuove Pratiche Fest, il festival dell’innovazione sociale a base culturale ideato da CLAC con Andrea Libero Carbone è stata un’edizione speciale che ha coinciso con il nono compleanno della Fondazione CONILSUD che ha scelto di festeggiare la ricorrenza a Palermo.
Ne è nato un meeting di innovatori sociali, esponenti delle fondazioni bancarie e del terzo settore, dedicato al tema degli spazi del valore d’uso degli spazi da recuperare, di una nuova idea di welfare, e del ruolo del terzo settore nella gestione e valorizzazione della cultura.

Il tema centrale in questo incontro tra operatori del welfare e della cultura è stato quello degli “SPAZI DA NON PERDERE”, quelli rigenerati da comunità di persone attive che diventano occasioni di cambiamento e lavoro. Sono gli spazi che pubblico e privato possono abitare insieme per il benessere comune. Esistono e si possono incontrare ma perché si moltiplichino bisogna conoscerli, dargli valore, cambiare prospettiva, fargli spazio.

Il festival si è svolto non a caso all’Ecomuseo Mare Memoria Viva che di questa nuova “specie di spazi” per dirla con Perec, è un esempio virtuoso.

Tanti e variegati gli ospiti che hanno discusso attorno al tema. Presenze istituzionali importanti come il Ministro della Cultura Dario Franceschini e i Presidenti delle principali Fondazioni bancarie ed enti no profit (Carlo Borgomeo, Marco Cammelli, Pietro Barbieri, Gianni Puglisi, Gaetano Giunta,Ugo Bacchella, Ledo Prato tra gli altri) ma anche interessanti e appassionate testimonianze di practitioners, di chi gli spazi li apre, li cura, gli da vita e ci fa impresa sociale (Damiano Aliprandi, Lorenza Dadduzio, Benedetta Casagrande, Sergio Galasso, Marco Polvani, Antonio Martiniello) insieme ad esperti e operatori dell’innovazione sociale (Agostino Riitano, Alessia Zabatino, Chiara Galloni, Valentina Laterza, Alessandra Garibaldi, Saveria Teston).

Molto partecipati e animati sono stati anche i momenti formativi del workshop “Spazi di transizione”. Uno con Franco Milella (Fondazione Fitzcarraldo) – “Patrimonio culturale pubblico: come ridare centralità al principio dell’interesse pubblico nei processi di valorizzazione. Normativa nazionale e nuove prospettive a partire dal concetto di valore d’uso”. Un altro con Daniela Ciaffi (LABSUS) – “ Potenzialità di applicazione ai beni culturali del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione di beni comuni urbani”.

Sono stati tre giorni densi di riflessioni, bilanci e condivisione di aspettative alte di cambiamento strutturale.
Le sintetizza bene Elisa Fulco che ha seguito per il Giornale delle Fondazioni l’intera manifestazione:
«Non tutto accade dappertutto». Queste frase che è circolata durante i tre giorni (15-16-17 Ottobre) delle giornate palermitane di «Nuove Pratiche con il sud. Spazi da non perdere», promosse da Fondazione con il sud e da Fondazione Sicilia in collaborazione con clac, restituisce la difficoltà a inquadrare in uno scatto unitario il ruolo e la portata nazionale delle pratiche degli innovatori sociali che, in autonomia e senza coordinamento, hanno dato vita a un mosaico di esperienze attraverso cui leggere il nuovo volto del cambiamento. Segno del mutamento dei tempi è il confronto, nello Spazio dell’Ecomuseo Mare memoria viva di Palermo, tra innovatori sociali, esponenti delle fondazioni bancarie e del terzo settore, che per tre giorni hanno condiviso esperienze e criticità di nuove pratiche, in cui è in gioco una nuova idea di welfare e di cultura, che ridisegna nuovi equilibri tra pubblico, privato e privato sociale, a partire dai beni comuni, da nuove forme di economia collaborativa e dai bandi che hanno finanziato e finanzieranno questo tipo di progettualità. Una progettualità che rivendica la centralità di ciò che è a lungo è stato considerato marginale e che sostiene il riuso degli spazi del patrimonio culturale come luoghi di produzione culturale e di servizi per la comunità come alternativa concreta alla musealizzazione della cultura.

La sensazione alla fine è che la pressione dal basso da un lato e le politiche europee dall’altro possano convergere verso una diversa considerazione del valore degli spazi pubblici proprio a partire dalle esperienze di rigenerazione su base culturale. Possiamo quindi concludere con le parole di Perec, pensando già al futuro: Viviamo nello spazio, in questi spazi, in queste città, in queste campagne, in questi corridoi, in questi giardini. Ci sembra evidente. Ma non è evidente, non è scontato. È reale, evidentemente, e probabilmente razionale, quindi. Si può toccare. Ci si può perfino lasciare andare a sognare.

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